Racconti di viaggio

Giovedì 26 aprile alle ore 15, nella Sala Priori dell’Hotel Brufani, si è svolto il workshop sul reportage di viaggio. L’incontro è stato introdotto da Anita Baldi, segretario dell’Associazione Italiana degli Alberghi per la Gioventù, una realtà che nata agli inizi del secolo scorso, si è andata consolidando come la principale risorsa per molti giovani viaggiatori.

Anita Baldi ci dice come alla base della filosofia dell’AIG stia il concetto di “persone come cittadini del mondo”. Gli ostelli non costituiscono solo la possibilità di alloggiare a basso costo, ma sono prima di tutto dei luoghi di incontro e di scambio tra culture ed esperienze.

I relatori dell’evento: Davide Demichelis, documentarista Rai e National Geographic, Luigi Farrauto, designer specializzato in cartografia e docente presso il Politecnico di Milano e L’Accademia di Belle Arti di Bologna, Angelo Pittro, responsabile marketing di Lonely Planet Italia, e la scrittrice Francesca Recchia.

Gli interventi si alternano attraverso la presentazione di alcuni progetti dei protagonisti: faroutof.it è il diario di viaggio online di Luigi Farrauto che, utilizzando la metafora della cartografia delle metropolitane, ci guida attraverso i luoghi da lui visitati. È un percorso per immagini che racconta le emozioni vissute di fronte ai posti, alla natura e alle persone.

Angelo Pittro  ci racconta l’esperienza di Lonely Planet e di come, dalla prima guida realizzata da Tony e Maureen Wheeler nel 1972, l’editoria di viaggio si sia evoluta fino ai giorni nostri, rapportandosi allo sviluppo dei sistemi informativi, della crossmedialità e delle nuove tecnologie, ovvero a ciò che Pittro definisce il “passaggio dai freak ai tweet”.

Demichelis nel suo intervento parla della produzione documentaristica e in particolare di Nanuk (Rai 3, condotto assieme a Caterina Guzzanti) e Radici (progetto che racconta le origini di quattro immigrati arrivati in Italia che accompagnano il conduttore nei loro paesi). Questi lavori rappresentano un modo diverso di narrare il viaggio: il primo utilizza l’ironia e il secondo trasforma i protagonisti in guide improvvisate che ci mostrano le loro “radici” invitando lo spettatore  a guardarle come fossero le proprie.

Francesca Recchia si interroga su cosa ci spinge a viaggiare, rispondendo che il viaggio non corrisponde a una fuga, bensì alla ricerca di se stessi dando il tempo a ciò che troviamo lungo la strada di comunicarci qualcosa, di farsi scoprire.

In conclusione del workshop, molti ragazzi presenti in sala hanno rivolto domande su come affrontare e raccontare un viaggio, facendo emergere come viaggiare non consista semplicemente nel recarsi in un luogo, ma viverlo. Un racconto di viaggio é il racconto di una storia ogni volta diversa a seconda di chi percorre la strada.

Francesco Salis