#Sansirostories: storytelling multimediale di una banlieu milanese

11.000 abitanti. 6.000 alloggi. 800 case popolari. 45% di residenti. Numeri che fanno riflettere quelli del quartiere San Siro di Milano, affrontati stamane (sabato 18 aprile, ndr) presso la Sala Perugino dell'Hotel Brufani Palace di Perugia, nell'ambito della nona edizione del Festival Internazionale del Giornalismo. L'occasione è stata data dal panel discussion “#Sansirostories: storytelling multimediale di una banlieu milanese” con Valerio Bassan, fondatore di “Il Mite”, Laura Silvia Battaglia, giornalista freelance, Francesca Cognetti, Politecnico di Milano, Matteo Scanni, Scuola di Giornalismo Università Cattolica.

San Siro Stories è un innovativo progetto di storytelling multimediale realizzato dalla Scuola di Giornalismo dell'Università Cattolica di Milano, ispirato al modello francese di Bondy Blog, che rivelava gli avvenimenti delle banlieu parigine.

Un concentrato delle maggiori problematiche cittadine. Questo è il quartiere ghetto in esame, dove il tema principe è quello della emergenza, della sicurezza, degli sgomberi. Venticinque le storie rintracciate e raccontate con  un linguaggio crudo che punta sull'aspetto narrativo.

Il progetto ha fatto salire il sobborgo alla cronaca, catalizzando per mesi l'attenzione mediatica nel  quartiere noto come quello delle occupazioni abusive. E l'intento da cui si è partiti è stato proprio quello di uscire dalla dimensione della cronaca dello straordinario e della emergenza per cercare di rappresentare l'ordinarietà della vita quotidiana. Il tutto cercando di vincere la diffidenza degli abitanti. Gli studenti coinvolti non sono semplicemente “andati a caccia di un titolo” poiché la complessità delle storie raccontate non si esaurisce in un titolo, come si evince anche da Sicet, Sindacato inquilini casa e territorio.

Un altro aspetto che ha caratterizzato il progetto è l'insoddisfazione disciplinare verso l'indagine svolta da un gruppo di urbanisti del Politecnico di Milano che ha realizzato una mappatura del quartiere per capirne le esigenze. Questo però guardando la città dall'alto per introdurre regole e norme. San Siro Stories, invece, si è sviluppato all'interno del quartiere, sulla strada. Tant'è vero che la sede si trovava all'interno di un ex bar, una vetrina che bene rappresenta le condizioni di vita locali. Abitare popolare come vivere dignitoso dove il sobborgo diventa un laboratorio sociale, dove si inaspriscono le realtà della città contemporanea, interrogandosi su quale potrebbe essere la città del futuro.

Anche la prospettiva delle differenze etniche e linguistiche si è rivelata importante dato il numero altissimo di stranieri. In via Paravia, infatti, raggiungono il 95%. Qui è presente il problema linguistico che si trasformerà in ricchezza anche grazie alle sfide enormi affrontate sia dagli  insegnanti, sia dai bambini, sia dai genitori. Questo è avvenuto anche in via Dolci, dove il “Comitato genitori  italiani” è riuscito nell'intento di fare integrazione coinvolgendo i genitori stranieri. “Mamme a scuola”, per esempio, si pone l'obiettivo di insegnare la lingua.

Catia Marcucci