In Sala dei Priori, presso l'hotel Brufani, giovedì 6 aprile alle ore 11.30, il professor Corrado Del Bò, docente di filosofia del diritto all'Università di Milano, ha parlato di "Satira senza limiti in nome della libertà d'espressione". Con l'aiuto delle slide Del Bò ha chiarito cosa s'intende per "satira" mostrando l'articolo 21 della Costituzione italiana e ha definito il reato di diffamazione. Il professore ha posto numerose domande al pubblico presente in sala, lasciandole volutamente senza una risposta precisa. Per esempio: "Quando la satira viene giudicata diffamatoria?", "L'irriverenza della satira è mancanza di rispetto?", oppure "Possiamo fare satira con la tragedia?". Domande che ci offrono spunti di riflessione, ma che hanno risposte complesse. Inoltre Del Bò ha fatto chiarezza sulla differenza che c'è tra diritto di cronaca, diritto di critica e libertà di satira. Il tema centrale è la verità: "La verità nella satira subisce una deformazione ed esasperazione - ha spiegato Del Bò - la satira è paradossale, è leale inverosimiglianza". Quindi la satira come una specie di gioco, che deve essere per prima cosa leale. Il professore ha mostrato numerose vignette di Forattini, Vauro, Ellekappa e Charlie Hebdo, illustrando pregi e difetti, ma lasciando al pubblico la piena libertà di giudicare senza influenzare con il proprio giudizio. In relazione alle famose vignette di Charlie Hebdo sono state poste, infine, due domande: "Le credenze religiose meritano un certo tipo di rispetto o tutela?", e ancora "Meritano maggiore protezione rispetto alle credenze politiche?". "Giuridicamente parlando - conclude Del Bò - non è vero che alla satira tutto è permesso, ma ci sono anche esercizi satirici giuridicamente permessi e comunque moralmente discutibili". È complicato definire dei limiti quando si parla di satira e di umorismo in generale. Non abbiamo una risposta al problema e di conseguenza non esiste una risposta da applicare.
Nicola Brandini