Il workshop condotto da Rosa Maria di Natale e Mario Tedeschini Lalli è stato svolto mercoledì 3 aprile presso la Sala del Dottorato. Quest’appuntamento è stato organizzato dall’ONA Italia (Online New Association), la quale è un’associazione no profit di giornalisti digitali, che collabora con il festival dal 2002. Tedeschini Lalli, esperto in giornalismo digitale, ha subito introdotto il fine dell’incontro ovvero quello di spiegare come, perché e con quale migliore efficienza è possibile usare gli strumenti digitali nel mondo giornalistico. Rosa Maria di Natale fa il punto su quello che potrebbe essere l’uso dello smartphone nelle redazioni locali o nel giornalismo locale. Si riferisce alle prime parlando di testate web, giornalistiche e televisive, mentre descrive il giornalismo locale come quelle situazioni a metà tra il professionale ed il civico evidenziandone i valori per la comunità e le problematiche, tra cui gli alti costi delle attrezzature, le redazioni ridotte, la riduzione dei tecnici e amministrativi e la copertura delle news ordinaria. Il mobile journalism in tutti gli ambienti europei ed extraeuropei rappresenta una soluzione a queste problematiche. Innanzitutto, garantisce la riduzione dei costi, considerando che lo smartphone del giornalista può sostituire una serie di figure professionali, permettendo di produrre video, audio e fotografie. Ad oggi la qualità di questi prodotti multimediali realizzati tramite uno smartphone sono paragonabili a quelli realizzati mediante gli strumenti professionali che in quanto tali hanno dei prezzi molto elevati. La sostenibilità dei costi che il mobile journalism consente non deve causare una sottovalutazione del lavoro che i giornalisti che svolgono, infatti spesso si ritrovano a girare tramite il loro smartphone e successivamente anche a montare loro stessi il servizio. Trattandosi perciò di un lavoro a basso costo ma ad alta professionalità. Successivamente, la giornalista presenta due esempi di mobile journalism applicato al giornalismo locale: Phoning it in con Mike Castellucci, una serie tv girata completamente tramite iPhone e riprodotta su WFAA, canale 8 della TV di Dallas, e The Edinburg Reporter, sito iperlocale fondato da Phyllis Stephen. L’obiettivo è quello di dimostrare che le possibilità di utilizzo dello smartphone in ambito giornalistico sono varie, l’importante è usarlo in modo corretto e per fare ciò è necessario avere l’attrezzatura giusta. Per questo motivo, vengono presentati al pubblico i due kit fondamentali del mobile journalism. Il kit della stabilità di cui fa parte il monopiede, il glif clip, il gorillapod e lo stabilizzatore ed il kit del microfono, la luce e la batteria composto dallo spillo, IRig mic, pocket spotlight, Sennheiser MKE 400 e batterie esterne e solar charger. In seguito, vengono proposte delle APP da installare sul proprio smartphone per l’editing di video professionali sia per IPhone che per Android, diverse soluzioni per adattare i microfoni al cellulare e diversi tipi di transfer devices per conservare l’archivio personale del giornalista locale. L’ultimo strumento ad essere consigliato è la Social Vertical Stories App che consiste in un’applicazione per smartphone che offre la scelta di vari layout sulla base dei quali costruire la storia che verrà successivamente pubblicata su social network come Facebook e Instagram. La giornalista riporta in breve la nascita delle stories che originano da Snapchat, un’applicazione multimediale in cui si comunica tramite le storie, e che oggi dominano sulla scena dei social network. Raccontare una notizia tramite una storia necessita di uno studio attento della produzione ed una qualità grafica di alto livello, per questo motivo APP come Social Vertical Stories posso tornare molto utili. Il workshop viene concluso elencando i vantaggi del mobile journalism, ovvero la fidelizzazione dei lettori locali in termini di fact checking, la possibilità di collaborazione tra cittadino e giornalismo specialmente in occasione degli eventi avversi, in cui lo smartphone assume un ruolo importante, perché tramite esso possono essere raccolte prove del fatto, in termini di giornalismo sociale e il fatto che permette la realizzazione di dirette, come la diretta Facebook. Infine, sarebbe vantaggioso metterlo sempre più a conoscenza del mondo scolastico, del quale i protagonisti sono i giovani, che ancora tanto avrebbero da imparare sugli strumenti professionali degli smartphone.
Elena Gandolfo – Volontaria Press Office 2019