The idealist: Aaron Swartz and the rise of free culture on the internet

Che cosa significa essere uno dei più importanti informatici di tutto il mondo? Cosa significa essere Aaron Swartz in un mondo che cerca perennemente di rendere le informazioni non circolabili? Questo il tema al centro della doppia presentazione libro/video “The idealist: Aaron Swartz and the rise of free culture on the internet” tenutosi ieri sera alle 20 presso il Teatro della Sapienza. Fabio Chiusi – giornalista freelance – e Justin Peters – scrittore del libro The Idealist, dedicato alla vita di Aaron Swartz- hanno esposto il valore della cultura libera – free – non intesa come gratuita, bensì come circolabile. Il fatto che la cultura debba avere un valore commerciale è importante secondo Justin Peters, che sostiene il grande servizio offerto dal copyright mondiale, che tutela il lavoro degli scrittori. Lo scrittore parla di una cultura privata dalle catene, che distrugge le barriere e che favorisce lo scambio tra le persone. La vita, secondo i due ospiti della serata, migliora grazie alla semplicità dell’esposizione delle informazioni disponibili. Si è fatto anche un veloce excursus sulla storia della cultura stampata libera, dai manuali di Gutenberg  alla stampa privata inglese dei secoli passato, che riescono a collegare il passato con il presente. A tal riguardo, durante l’incontro si è discusso anche della figura dei uno dei più importanti attivisti e scrittori a favore della cultura libera, Michael Hart, ideatore del progetto Gutenberg, che per primo ha compreso la necessità di un’ informazione libera, trattando cosi la difficile questione del public domain. Ma il vero protagonista dell’evento è stato Aaron Swartz, fautore di un attivismo online che per primo ha sostenuto la necessità di liberare quella che da sempre è stata un’informazione protetta e controllato dai governi mondiali. L’incontro si è concluso con la proiezione del documentario intitolato “The Internet’s own boy: La storia di Aaron Swartz”, un documentario di vita molto toccante, che ha riscoperto e riesplorato la vita di uno dei più importanti informatici del mondo. La sua vita, la sua infanzia brillante e la sua intelligenza sono state le componenti fondamentali che lo hanno reso come uno degli informatici più temuti, a causa di un attivismo spesso troppo spinto ma soprattutto ostacolante la politica di limitazione americana. Attraverso questo documentario molto è stato detto, e la sua conclusione ha lasciato quel classico senso di amaro in bocca a causa di una morte giunta troppo presto, che ha fatto comprendere come spesso essere il più formidabile esperto di informatica non ti protegga dalle paure del mondo e da quel senso di morte che spesso ti insegue.

Mohamed Maalel