Nel dicembre 2013 Putin ha firmato una legge che permette alle autorità di chiudere, nel giro di 24 ore e senza preavviso, qualunque sito web sospettato di promuovere la rivolta e contenere informazioni considerate “estremiste”.
La Russia è stata valutata 148esima su 181 paesi nell’indice 2014 per la libertà d’espressione di Reporters Without Borders. È stata definita una “situazione difficile”: i media indipendenti vengono costantemente messi sotto pressione e un numero altissimo di giornalisti sono cacciati dalle redazioni, ostacolati e fisicamente attaccati per aver proposto punti di vista alternativi.
Secondo Freedom House, non è un paese libero e si è anzi registrato il più drammatico calo annuale della libertà di espressione online nel mondo.
Nel 2014 sono state 15 le persone condannate a fino quattro anni e mezzo di carcere in relazione alle proteste in Piazza Bolotnaya del 6 Maggio 2012 (la vigilia dell’instaurazione del nuovo governo di Putin).
In questo contesto, Irina Borogan e Andrei Soldatov provano a fare i giornalisti investigativi e hanno fondato e dirigono “Agentura.ru”, sito che monitora le attività dei servizi segreti russi. Si occupano del rapporto fra terrorismo e servizi segreti e insieme hanno scritto “The red web. The struggle between Russia's digital dictators and the new online revolution” (PublicAffairs, 2015). Il libro - guarda caso - è stato pubblicato in inglese e non in russo.
Intervistati dal giornalista freelance Fabio Chiusi, hanno provato a descrivere le condizioni estremamente svantaggiose in cui i giornalisti e le persone comuni si trovano vivendo in un paese dove parlare è pericoloso, specialemente online.
Esistono vere e proprie liste nere che il governo stila facendo intrusione in ogni aspetto della vita pubclica, per esempio nei forum online. Attraverso filtri capaci di cogliere parole considerate a rischio, vengono individuati personaggi sospetti. Dopo di che il passo è breve: l’intimidazione porta all’autocensura. Si tratta di una rete spaventosa, che però persone come Irina Borogan e Andrei Soldatov stanno combattendo con tutte le loro forze.
Emanuela Barbiroglio