Si è parlato soprattutto di guerra, e dell'orrore che comporta, nella presentazione del libro Un dollaro al giorno, scritto da Giovanni Porzio (Panorama) e presentato al Festival Internazionale del Giornalismo insieme a Mo del Corriere della Sera; a moderare l'incontro è stato il collega Massimo Alberizzi. Tre giornalisti che hanno dedicato la loro carriera giornalistica ad un tipo di informazione particolare, difficile e comunque rischiosa.
Il titolo del libro sta a indicare lo stato di povertà immane radicato in gran parte del pianeta in riferimento anche al fatto che la maggior parte della popolazione mondiale soffre la fame e dunque è costretta a vivere con un dollaro al giorno. Si fa ben poco con un dollaro quotidiano. A mala pena si mette qualcosa sotto i denti. Ancor più disastrosa è la situazione di chi, in paesi poveri, deve dar da mangiare non solo a sé ma anche ai suoi figli. Tutto questo sotto gli occhi del consumismo e dello spreco.
Nell’incontro sono state sottolineate alcune questioni: a partire dalla disinformazione o della non informazione dei media italiani ed esteri su determinate questioni di povertà che colpiscono l’America Latina, l’Asia e "Mamma Africa" oppure sull’aumento del tasso di povertà anche nei paesi appartenenti al ‘Primo Mondo’ e quindi potenze mondiali. Per cui, le condizioni di povertà variano da paese a paese e di anno in anno.
“La vera sofferenza è quella che si percepisce negli occhi e nei volti delle popolazioni locali, in continuo bilico tra la vita e la morte”, ha dichiarato Mo.
Altri punti focali del dibattito sono stati in relazione alle malattie letali in aumento, all’analfabetismo, alla mancanza di beni primari, primo fra tutti l’acqua. “Le guerre non sono soltanto morti ammazzati, colpi di mortaio, missili e bombardamenti – ha chiosato Porzio - le guerre devastano e distruggono le dignità, le speranze e i sogni della povera gente e queste devono essere raccontate sempre dalla parte delle vittime”, ha concluso il giornalista.
Porzio si è riferito poi anche al ruolo dell’informazione premendo sul fatto che bisognerebbe prediligere un’informazione di approfondimento e non soltanto quella veloce che troviamo sulle agenzie o tramite il social networking.
Luca de Cristofaro