con Alessandro Rodolfi (cofondatore Whistleblowing Solutions) e Cristina Vicarelli (avvocato)
Nel corso della prima giornata del Festival Internazionale del Giornalismo, alle ore 14.30 nella Sala dei Priori, è stato esposto il progetto Whistleblowing Solutions, dedicato allo studio dei sistemi di segnalazione di illeciti e frodi all’interno di aziende pubbliche e private, comunemente noti come whistleblowing. Quest’ultimo strumento è stato di recente adottato dall’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) per prevenire fenomeni di corruzione all’interno delle amministrazioni pubbliche. Il modello elaborato dall’ANAC è stato analizzato nei sui tratti salienti evidenziando i caratteri perfettibili, attraverso il paragone con alcuni esempi virtuosi di whistleblowing adottati da PubLeaks, ALAC, WildLeaks ed IrpiLeaks. Tali modelli sono stati presi ad esempio dal cofondatore di Whistleblowing Solutions in materia di tutela dei segnalatori e di autorevolezza delle segnalazioni ricevute, per evidenziare gli elementi positivi di cui sarebbe auspicabile l’adozione da parte degli enti pubblici italiani.
Elemento imprescindibile per una valida pratica di whistleblowing è un sistema di protezione del whistleblower, che sia tale da garantire la riservatezza dell’identità, la protezione dei dati personali e la tutela dell’anonimato. A tal riguardo, l’avvocato Vicarelli ha analizzato la disciplina legislativa vigente in Italia (contenuta principalmente nel d. lgs. 196/03), evidenziando le disposizioni che incidono sull’attività di whistleblowing e soffermandosi su quanto prevede la legislazione in materia di protezione dei segnalatori da ritorsioni e accesso. In conclusione, è stata contemplata la pratica delle segnalazioni anonime, sia pur temperata dalla giurisprudenza in materia di pubblicazione di notizie da fonti anonime. L’avvocato Vicarelli ha sottolineato l’imprescindibilità della protezione dell’anonimato rispetto alla garanzia dell’efficacia del sistema delle segnalazioni. È stata censurata la pratica di diffondere alcuni dati formalmente anonimi, quali gli indirizzi IP dei segnalatori, che possono tuttavia svelare, de facto, l’identità del segnalatore. Questo ed altri aspetti, richiedono che si adegui la normativa vigente per rendere le segnalazioni più efficaci e meno rischiose.
Leonardo Vaccaro