Il giornalismo narrativo rappresenta un ibrido tra fiction e non-fiction, tra letteratura e informazione. Zerocalcare, fumettista autore di "Kobane Calling", Wu Ming 1, che ha pubblicato "Un viaggio che non promettiamo breve" e Leonardo Bianchi, editor di Vice Italia, sono tre esempi attivi in questa nuova frontiera del racconto. Ne hanno parlato alla Sala dei Notari di Perugia in uno degli ultimi eventi dell'edizione 2017 dell'International Journalism Festival.
Wu Ming 1 dell'omonimo collettivo culturale ha raccontato, nel suo saggio, il particolare movimento No Tav in Val di Susa: "Ho cercato di capire perchè lì fosse nata una comunità di protesta, come si è sviluppata, con la tecnica del romanzo, che ritenevo idonea per raccontare storie e tenere viva la tensione. In alcuni tratti, ho usato aspetti dell'horror rappresentando le infrastrutture per l'alta velocità come entità con aspetti terribili e mitologici. Ho usato anche un approccio da storico, ambito in cui sono laureato, per collegare aspetti del presente con le tradizioni della comunità della Val di Susa". Wu Ming, interpellato da Bianchi, ha anche sottolineato come "i giornali e la tv mainstream italiano abbiano prodotto fake-news sul tema No Tav più di quanto possano fare siti fantasma con il clickbaiting".
Zerocalcare, invece, ha parlato con i suoi fumetti della situazione politica e sociale in Kurdistan: "Ho usato la prima persona come lente per guardare ciò che avevo attorno. Il mio libro è un diario di viaggio dove ho riportato tre taccuini di appunti usando, però, aspetti narrativi. Come nel flashback finale sulle donne del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) che mi è servito per chiudere il racconto con un flashback". Simpatico l'aneddoto legato alla partenza per questo difficile viaggio: "Avevo chiesto ad "Internazionale" (testata per cui lavoro, nda) alcuni pass per giornalisti in cambio di un fumetto. Hanno rifiutato allora ne abbiamo preparati alcuni falsi con Photoshop".
Luigi Lupo