Nella Giornata Mondiale per la libertà di stampa indetta dall’Onu un dibattito con magistrati, giornalisti e un esperto di diritto internazionale. Testimoni privilegiati a confronto per analizzare e capire il rapporto, spesso conflittuale, tra diritto di cronaca, rispetto della legalità e la ragione di Stato. In primo piano la vicenda dei marò in India e la lunga parabola giudiziaria del caso Abu Omar. Casi mediatici complessi, di grande rilievo internazionale, in cui il lavoro giornalistico si è scontrato con le esigenze di riservatezza imposte dall’azione dell’autorità giudiziaria, ed è stato condizionato dalle interferenze di altri attori, portatori di interessi particolari.
Il caso dei fucilieri di marina, una battaglia legale tra Italia e India per l’accertamento dei fatti, condizionata anche da importanti fattori economici, politici, e geo-politici. Per risolvere il rebus della giurisdizione, riconoscere l’immunità funzionale dei protagonisti, rispettare la sovranità degli Stati. L’equilibrio tra il diritto e le esigenze di sicurezza, come nel caso del rapimento di Abu Omar. Vicenda giudiziaria in cui, nel conflitto tra il governo italiano e i giudici il segreto di stato è stato opposto e almeno in parte ha prevalso nel lungo percorso per accertare, fino all’ultimo grado di giudizio, tutte le responsabilità.
Sullo sfondo il problema del controllo e la diffuzione delle informazioni, dopo il Datagate. Lo spartiacque che forse ha cambiato per sempre nel mondo il rapporto tra informazione, intelligence, potere politico e potere giudiziario. In cui il fattore umano ha influito almeno quanto l’evoluzione tecnologica.