Un nuovo importante studio delle Nazioni Unite sulle leggi che, in 121 paesi, garantiscono la protezione delle fonti ha rilevato quanto esse siano superate e, in molti casi, abbiano necessità di venire potenziate. Nel documento si raccomanda che “le attività del giornalismo” siano salvaguardate dalla sorveglianza e dalla conservazione dei dati per prevenire l'esposizione di fonti riservate. Lo studio, intitolato “La protezione delle fonti giornalistiche nell'era digitale (UNESCO 2016)”, include approfondimenti tematici sulle pratiche del giornalismo investigativo con interviste a vari direttori, giornalisti investigativi e consulenti legali, e lo sviluppo di uno strumento di valutazione per misurare l'efficacia, su scala globale, delle norme per la protezione delle fonti. Quali sono le implicazioni dei risultati emersi da questo studio per il futuro del giornalismo investigativo? Come dovrebbero reagire giornalisti e direttori? Cosa si può fare per ridurre i rischi? L'autrice dello studio, la giornalista e ricercatrice australiana Julie Posetti, modererà un incontro a cui parteciperanno esperti e professionisti di levatura internazionale.
Qui un estratto della ricerca e un articolo di Roy Greenslade, pubblicato sul Guardian, con i risultati preliminari.