Nessuna nazione e nessun continente si può dire al riparo dal radicalismo armato e dunque dalla minaccia terroristica. E il pericolo non viene solo dall'Isis, peraltro sempre più in difficoltà. Resta un alto numero di combattenti stranieri che dopo essersi uniti allo Stato Islamico potrebbero tornare nei paesi di origine per compiere attentati. La notizia di un presunto appello del califfo Al Bagdadi alle cellule sparse per il mondo affinché entrino in azione potrebbe essere realistica. L'eventuale sconfitta militare di Daesh in Siria e Iraq potrebbe rendere ancora più pericolosa la minaccia terroristica in Europa e nel resto del mondo. In questo scenario il ruolo dei media, soprattutto dei social network, resta fondamentale. Sia per il sedicente "stato islamico", che li usa per il reclutamento e la propaganda, sia per i governi che setacciano il web per cercare di individuare e fermare le potenziali minacce.

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