La presidenza di Jair Bolsonaro in Brasile ha visto un inasprimento degli attacchi ai giornalisti e alla libertà di informazione. Minacce, intimidazioni, denunce pretestuose, campagne di diffamazione - spesso mosse direttamente dal presidente o dalla sua famiglia.
Tra i bersagli, due donne protagoniste del giornalismo brasiliano. Daniela Pinheiro, ex direttrice di Época, prima donna del suo paese a dirigere un periodico, si è dimessa nel nel settembre 2019 assieme ad altri colleghi della redazione, dopo una violenta campagna condotta dalla famiglia del presidente. Patrícia Campos Mello, che ha rivelato l’utilizzo illegale di messaggi WhatsApp di massa proprio durante le presidenziali che hanno visto trionfare Bolsonaro, è stata denunciata da quest’ultimo affinché rivelasse le fonti dell’inchiesta. Dopo aver vinto la causa, la giornalista e la sua famiglia sono stati bersaglio di campagne di intimidazione - portate avanti online anche grazie all’uso di bot - e di minacce.
Come ci si difende quando l’odio è istigato a partire dai vertici di un paese? Quale lezione - nel bene o nel male - può insegnarci la stampa brasiliana lungo il crinale di una deriva autoritaria?
Modera Barbara Serra.