Minacce bianche. I mafiosi oggi riconoscono il pesante ruolo dell’informazione nel contrasto alla criminalità organizzata. Accanto a lettere anonime, proiettili, auto danneggiate e minacce violente e “muscolari”, la nuova frontiera dell’intimidazione ai cronisti ha nuove armi. In Calabria, patria della ‘ndrangheta, la criminalità organizzata più forte e globalizzata, ma anche in Sicilia e al Nord, dove i clan hanno delocalizzato gran parte dei propri affari e dove chi scrive dei traffici mafiosi diventa facilmente un bersaglio. I tentativi di imbavagliare il giornalista che scrive di questi temi sono diventati prassi comune non solo per i boss da sempre allergici all’attenzione mediatica, ma anche per politici e imprenditori, i “colletti bianchi”.
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