Se si dice “cripto” (o critto) vengono in mente prima le criptovalute oppure la crittografia? E hacker richiama più un ricercatore di sicurezza o l’attaccante di un sistema? E captatore informatico è diverso da un trojan o uno spyware? E perché per i media qualsiasi incidente informatico diventa un cyberattacco? E quando un politico invoca la fine dell'anonimato sui social network di cosa sta parlando esattamente? Ogni giorno nel mondo informatico - e in quello mediatico - si combatte una silenziosa guerra terminologica. Dove, malgrado i tecnicismi degli argomenti trattati, non mancano le sfumature. E dove dietro a ogni parola “contestata” sbuca una storia in evoluzione, spesso anche uno scontro politico. Cosa ci dicono oggi alcune di queste parole sui cambiamenti tecnopolitici che stiamo vivendo?
I giornalisti Carola Frediani, Philip Di Salvo, Riccardo Coluccini e Raffaele Angius confrontano le loro esperienze nel campo del giornalismo digitale, per cercare di immaginare quali sfide riserverà il futuro nel trattare temi che improvvisamente sono diventati protagonisti dei nostri tempi e che si intersecano con la vita politica ed economica dei Paesi.
Durante il panel sarà presentato anche un “breviario (semiserio) del giornalista cyber” nel quale gli autori hanno cercato di raccogliere i concetti principali che possono aiutare a raccontare i fatti di cronaca che coinvolgono il mondo della tecnologia.